Non tutti sanno che Adamo prima di avere Eva come moglie aveva avuto un’altra donna in sposa: Lilith. Ne abbiamo parlato con il gruppo discussione di Mario D’Ignazio su Facebook, anche relativamente agli ultimi messaggi che erano stati pubblicati sulla pagina, insieme ad apparizioni ed ultime notizie del blog.
Si tratta di una figura demoniaca di natura femminile appartenente al folklore ebraico. Si pensa che il suo nome e anche la sua personalità derivino dalla classe dei demoni mesopotamici chiamati lilû (femminile: lilītu). Il suo nome è solitamente tradotto come “mostro notturno”.
Gli studiosi più moderni sono però dell’idea che l’origine del nome risalga al sumerico Lulu che significa libertinaggio.
Un culto associato a Lilith, spiega Mario D’Ignazio nei suoi blog, sopravvisse tra alcuni ebrei fino al VII secolo d.C.
Esistevano molte leggende negative attorno alla sua figura. Ritenevano però di poter contrastare il male da lei indotto, specialmente contro i bambini e le donne durante il parto, indossando un amuleto con i nomi di alcuni angeli.
Nella letteratura rabbinica Lilith è raffigurata a seconda delle fonti sia come la madre del diavolo sia come la sua prima moglie. Mentre Eva fu creata dalla costola di Adamo (Genesi 2:22), alcuni resoconti sostengono che Lilith fosse stata creata come Adamo, col fango della terra. Rifiutando di sottomettersi a suo marito Adamo, Lilith lo lascia abbandonando anche il Giardino dell’Eden. Secondo la storia ben tre angeli tentarono di costringerla a tornare senza riuscirvi. Secondo alcune mitologie, la sua discendenza demoniaca fu generata da un arcangelo di nome Samael e non era la progenie di Adamo. Quei bambini sono talvolta identificati come incubi e succubi. La figura di Lilith, conclude Mario D’Ignazio, è molto affascinante, per questo ha ispirato molte opere e i pensatori di tutto il mondo, incarnando una figura libera, erotica e affascinante. A causa dell’ambiguità di Lilith, è stata rappresentata in molteplici forme sia nella letteratura che nell’arte. Alcuni studiosi di teologia riconoscono Lilith come la “prima Eva”, mentre altri la vedono ancora come una demone. Storicamente nell’arte, Lilith è stata ritratta in vari modi, dalle versioni osé a Lilith in giardino.
Continua a leggere sul blog di Mario D’Ignazio: Canto di Natale: il libro di Charles Dickens
Il libro Canto di Natale dello scrittore inglese Charles Dickens, A Christmas Carol, è molto letto e conosciuto sia dai ragazzi che dagli adulti nostalgici. Charles Dickens scrisse il Canto di Natale nel 1843 e, in breve tempo, divenne una delle favole più famose dei Libri di Natale proprio per la sua storia ricca di commozione e che in quegli anni è molto critica nei confronti della società. Dickens, infatti, racconta la vita di un uomo di affari, Scrooge, molto avaro e dai modi egoisti, che non si preoccupa della sua famiglia e dimostra superficialità e noncuranza riguardo le piccole cose della vita, come il calore natalizio. Ecco perché il racconto avviene nella notte della vigilia.
La storia del Canto di Natale
Scrooge, arrabbiato più del normale, un giorno fa rientro a casa e si imbatte nei tre fantasmi del Natale: passato, presente e futuro che faranno pentire Scrooge del suo egoismo e indifferenza tanto da farlo cambiare in meglio come persona. La storia si conclude con Scrooge che subirà un cambiamento così profondo da non essere quasi riconosciuto da tutti che si mostrano increduli. Scrooge ha finalmente realizzato il suo modo di vivere fino ad allora e ha compreso che i suoi comportamenti erano sbagliati perché, forse, una parte dello spirito del Natale è entrato in lui facendogli capire qual è davvero il significato della sua vita.
Significato del Canto di Natale
Il libro ha un significato molto importante di tipo morale e esemplare, l’autore ha l’intenzione di far capire l’importanza dell’azione a livello personale per cercare di combattere il male sociale ed avere una situazione interiore migliore. Immagina, quindi, che questo si può verificare in una giornata di gioia e amore come quella del Natale, che sarà il punto di partenza per alimentare questa voglia di essere ogni giorno migliori. Anche se i fatti raccontati non sono reali i fatti storici sono, invece, quelli della rivoluzione industriale in Inghilterra. Risulta evidente la differenza tra la classe borghese come predominante e con molto potere, e poi le classi più povere che sono inferiori alla borghesia e al loro servizio. Dickens si sofferma sulla classe media di cui mostra e critica l’egoismo e il cessante e unico interesse verso gli affari e il denaro, che realizzano attraverso lo sfruttamento dei poveri. L’autore, quindi, vuole mandare un messaggio alla borghesia invitandola ad un cambiamento della propria vita, in modo da apportare un miglioramento dell’intera società.